venerdì 14 settembre 2012

Il terrorismo è ancora vivo.


Sarebbe criminale sottovalutare la reazione americana ai gravissimi fatti di Bengasi che hanno provocato l'uccisione dell'ambasciatore americano in Libia. Si sente gia' girare la 'vulgata' che l'invio di navi da guerra sarebbe solo una mossa elettorale di Obama.Giusto il contrario, la sacrosanta reazione degli Stati Uniti deve portare ad una posizione univoca non solo nella condanna di questo efferato attentato ma deve essere anche un monito molto preciso alla nuovissima leadership libica che dovra' fare tutto quello che e' possibile per isolare, scoraggiare e annientare ogni qualsivoglia filone di estremismo quaidista. Il brusco risveglio dai fatti di Bengasi deve rafforzare la nostra consapevolezza che la minaccia terroristica e' viva e vegeta e che attentando alla vita di un prestigioso diplomatico americano si attenta contemporaneamente alla nostra incolumita' e alla nostra credibilita'.  L'apertura di credito del nostro governo al neonato esecutivo libico e al nuovo Presidente libico e' doverosa e deve essere mantenuta nell'interesse dello sviluppo del processo democratico libico, in un'ottica d'interesse nazionale per i forti legami, non solo commerciali, che abbiamo con questo nostro vicino".

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