giovedì 29 maggio 2008

Birmania: rivoltanti accuse a Aung San Suu Kyi

Sono rivoltanti le accuse della dittatura militare birmana nei confronti di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, agli arresti domiciliari da anni, per altro rinnovati in questi giorni, di fomentare i disordini nel Paese. Si e' dovuto scomodare il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon ad obbligare la feroce giunta militare per fare entrare un minimo di aiuti per lenire le sofferenze di una popolazione allo stremo dopo il cataclisma del 1' maggio. Piu' che lanciare invettive la giunta militare, tutta intera, dovrebbe essere portata di forza dinanzi la Corte penale Internazionale e processata per il reato di tentata strage di massa per avere impedito immediati soccorsi alla poverissima popolazione che vive nel terrore.

mercoledì 28 maggio 2008

Aderisco all'appello de Il Riformista

Aderisco all'iniziativa lanciata dal quotidiano 'Il Riformista' in occasione della prevista visita in Italia del presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Ahmadinejad, atteso a Roma tra il 3 e il 5 di giugno per la Conferenza della Fao dedicata alla 'Sicurezza Alimentare'. Aderisco con grande convinzione all'appello lanciato dal Riformista in occasione della visita, in Italia, del Presidente iraniano Ahmadinejad. Il regime iraniano attua quotidianamente le piu' abominevoli violazioni delle liberta' fondamentali dei suoi cittadini, reprime ogni dissenso con lunghi anni di carcere, ha ripristinato la lapidazione e le impiccagioni sulla pubblica piazza e non esita a processare ed a condannare a morte minori ed omosessuali. Per tutto questo a nulla sono valse finora il periodico dialogo tra l'UE e Teheran sulla questione dei diritti umani. Ahmadinejad, inoltre, usa il brutale linguaggio della negazione della Shoa e dell'esistenza dello Stato d'Israele per rafforzarsi all'interno di una dialettica politica che lo vede indebolito a causa la strisciante crisi economica.

Afghanistan: discussione su caveat in parlamento.

Il concetto di flessibilita', per quanto riguarda l'impiego dei nostri militari in Afghanistan, puo' voler dire molte cose. Era ovvio da tempo che i caveat imposti al nostro contingente fossero vissuti con profonda irritazione da parte dei nostri maggiori alleati. Tutto, comunque, dovra' essere discusso nella sede tecnica piu' appropriata, cioe' in sede Nato e a seguire nella sede politica per eccellenza, il Parlamento.

martedì 27 maggio 2008

Birmania: Soliani (Pd) e Boniver (Pdl) aprire nuova fase

La senatrice del Pd Albertina Soliani e l'on. Margherita Boniver (Pdl), promotrici dell'intergruppo parlamentare ''Amici della Birmania'' sostengono la necessita' per quel Paese di ''avviare una nuova fase'' con l'aiuto dell'Europa, dell'Asean e dell'Onu e invitano tute le coscienze libere a reagire contro la decisione della giunta militare di prolungare di altri 12 mesi gli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyim, che avrebbe dovuto lasciare gli arresti domiciliari, essendo scaduto il limite massimo di cinque anni previsto dalle stesse leggi birmane. 'La coscienza democratica del mondo, scossa dall'inaccettabile condizione di Aung San Suu Kyi e del popolo birmano, aggravata dal recente devastante ciclone, deve reagire e muoversi con tutti gli strumenti politici a disposizione per la liberazione del Premio Nobel per la Pace, la transizione democratica in Birmania, l'apertura delle frontiere agli aiuti umanitari internazionali''. Soliani e Boniver chiedono al governo italiano di attivarsi in tutte le sedi per l'immediato rilascio della leader dell'opposizione e la ulteriore apertura dei canali per gli aiuti umanitari.

lunedì 26 maggio 2008

Afghanistan:togliere caveat a regole d'ingaggio

Bene hanno fatto i ministri Frattini e La Russa a dichiararsi disponibili per togliere quei famosi 'caveat' alle regole d'ingaggio per i nostri militari in Afghanistan, che tanto irritano la Nato. Per la verita' l'Italia non e' sola a porre dei limiti al dislocamento geografico dei propri soldati: fanno cosi' anche Germania e Spagna. L'annuncio fatto dai nostri ministri e' di sostanza e fa prevedere un allineamento piu' consono alla grande professionalita' del nostro contingente con quello delle truppe britanniche e canadesi. Una decisione simile dovra' integrarsi con gli sforzi rinnovati di ricostruzione di un Paese ancora molto fragile, che saranno messe a punto nel prosieguo del combact per l'Afghanistan che si svolgera' a meta' giugno a Parigi, dove l'Italia avra' ancora una posizione preminente.

Birmania: deferire la giunta militare alla Cpi.

Bisognerebbe deferire la giunta militare alla Corte penale internazionale per il reato di crimini contro l'umanita', visto che impedisce i soccorsi internazionali dopo le incredibili distruzioni dovuto al ciclone Nargis. Nonostante un numero altissimo di morti e dispersi la paranoica giunta militare, che con un colpo di Stato messo in atto nel 1962 opprime l'intera popolazione, ha centellinato gli aiuti internazionali, in molti casi spacciandoli come doni della loro nomenclatura aggravando le sofferenze dei birmani. Inoltre, incredibilmente, hanno fatto svolgere un referendum fasullo, il cui scopo e' quello di perpetuare il loro potere, impedendo che il premio Nobel, Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari da anni possa presentarsi ad elezioni future, adducendo il fatto che non e' nata sul suo suolo birmano. Questi ed altri straordinari atti di codardia internazionale, e di complicita' con il regime dittatoriale fanno di quel bellissimo paese uno dei punti piu' desolati ed infelici sullo scenario internazionale. Stiamo costituendo, con la senatrice Albertina Soliani un intergruppo parlamentare di amicizia con la Birmania.

lunedì 19 maggio 2008

E' solo un'ipotesi non una soluzione

* Il Tempo. 19 maggio 2008.
E’ solo un’ipotesi non la soluzione”
Intervista a Margherita Boniver di Maurizio Gallo

Un’ipotesi solo un’ipotesi. Nulla di più, uno spunto di lavoro. Boniver lo ripete più volte. La sua non è una proposta risolutiva, non sostituisce il piano del Governo. Ma utilizzare immigrati irregolari per pulire le strade campane dalla “munnezza” potrebbe contribuire ad alleviare la situazione un po’ come avvenne nel 1966, quando a Firenze accorsero migliaia di volontari, “gli angeli del fango”, che contribuirono a ridurre i danni dell’alluvione. Un’ipotesi che, però, è fruttata al deputato Pdl attacchi da destra e sinistra.
La sua idea non è piaciuta a nessuno. E’ stata fraintesa?
Ho fatto soltanto semplicemente un’ipotesi. Berlusconi avrà già in mente una serie di priorità, tra cui l’apertura di nuovi siti per scaricare i rifiuti. Il problema è che se tutti dicono no, come ha fatto l’altro giorno il consiglio comunale di Chiaiano, non ci può essere alcuna soluzione.
Lei stessa però ammette che questa proposta non risolverebbe le cose.
Tra le tante iniziative utili, secondo me, c’è quella di organizzare squadre di volontari, tra cui anche immigrati irregolari. Non criminali, che invece devono essere allontanati, ma poveri cristi sfruttati dal caporalato e dalla camorra. Lo ripeto, è un’ipotesi. In cambio si potrebbe concedere un permesso di soggiorno provvisorio per sei mesi….
Una misura non strutturale, insomma, legata squisitamente all’emergenza?
Si un po’ come accade con gli spalatori di neve. O come è avvenuto nel ’66 a Firenze. Volontari che accorrono da tutta l’Italia, ovviamente quando si saprà dove mettere i rifiuti. Sarei disponibile anch’io a farlo, magari solo per un giorno per dare un buon esempio. Un esempio di senso civico. Meglio comunque che utilizzare i militari….
Nel piano del premier ci sarebbe, però, anche l’uso dei soldati.
I militari come le forze dell’ordine, devono avere funzioni di presidio del territorio e di prevenzione nei confronti di teste calde e criminalità organizzata. Il punto è che in Campania non siamo di fronte a un’emergenza politico-amministrativa ma ad una catastrofe come lo tsnunami in Indonesia o il terremoto in Cina. E inoltre, è in atto un boicottaggio politico contro Berlusconi, come è accaduto per il G8. Qualcuno sta soffiando sul fuoco.
Chi?
Non spetta a me fare nomi e cognomi. Ma è una cosa palpabile.
Alcuni tacciano la sua ipotesi di razzismo. Che risponde?
Io razzista? Ma per piacere. Non hanno capito o forse non mi sono spiegata bene. Il razzismo non c’entra. Molti volontari Usa in Iraq sono immigrati che con il servizio militare hanno la speranza di essere regolarizzati. E’ uno scambio.







domenica 18 maggio 2008

Rifiuti:proposta dettata dal senso pratico

Il caso Campania sta diventando una sorta di G8 di Genova del 2001, tanto è evidente la mano di chi vuole lasciare ulteriormente una situazione già insostenibile. Il Governo Berlusconi ha di fronte un compito immane, che necessita di interventi mirati. Per esempio si potrebbe utilizzare la presenza di migliaia di immigrati irregolari (ma non criminali) che vengono sfruttati in agricoltura per ripulire la città ed ottenere in cambio la regolarizzazione dei loro permessi di soggiorno. L'ipotesi di utilizzare gli immigrati in attesa di regolarizzazione per fronteggiare le emergenze, come la catastrofe dei rifiuti in Campania, e' solo una proposta dettata dal senso pratico e si riferisce, per fare un esempio, a quello che succede in questi casi negli Stati Uniti.

sabato 17 maggio 2008

Immigrazione: Giudizio duro e frettoloso dalla Spagna

Colpisce negativamente il giudizio duro e frettoloso del vicepremier spagnolo Maria Teresa Fernandez de la Vegas sulle nuove misure di sicurezza volute dal Governo Berlusconi che ha stravinto le elezioni anche sui temi della lotta all'illegalita'. Nessuna xenofobia sara' tollerata in Italia che ha un'antica tradizione di accoglienza ma certo ci aspettiamo opinioni piu' rispettose della nostra realta' e soprattutto una piena collaborazione tra Italia e Spagna per contrastare il fenomeno di arrivi in massa dei clandestini che colpisce entrambi i Paesi.

giovedì 15 maggio 2008

Afghanistan:guai abbandonare il campo.

Gli ultimi terribili attentati terroristici a Kabul contro il nostro contingente e nella provincia di Farah contro le forze di sicurezza locali sono la prova provata della piena offensiva in corso da parte dei Talebani contro la democratizzazione dell'Afghanistan. Guai ad abbandonare il campo in un momento cosi' delicato. Sono convinta che il nuovo governo italiano fara' di tutto per rafforzare sia la capacita' di contrasto che le operazioni di ricostruzione e di recupero dell'economia di un Paese in grande difficolta' come la nazione afghana.

mercoledì 14 maggio 2008

Intervento alla Camera sulla fiducia

Intervento dell’On. Margherita Boniver durante il dibattito sulla fiducia al Governo Berlusconi
Roma 13 maggio 2008

Onorevole Presidente del Consiglio, Onorevoli Ministri, colleghi, la politica estera del suo Governo nel quinquennio 2001-2006 è stata improntata alle famose tre C che stanno per coraggio, coerenza, continuità
CORAGGIO per aver inviato i nostri militari su due teatri così cruciali come quello afgano e quello iracheno. In Afganistan l’Italia ha subito assunto un ruolo primario a fianco dei nostri maggiori alleati per rovesciare il brutale destino di un popolo che negli ultimi 25 anni ha conosciuto solo gli orrori della invasione sovietica e della lunghissima guerra civile approdata nel regime oscurantista dei Taleban.
In Irak l’apprezzatissimo compito svolto dal nostro contingente nella ricostruzione di quel Paese e il contrasto al terrorismo costato un altissimo prezzo di sangue, è ancora evocato e additato come esempio di cooperazione di pace.
COERENZA per aver saputo difendere e mantenere queste missioni sottoposte a molteplici e complessi dibattiti parlamentari ma anche ad imponenti manifestazioni “pacifiste” il cui spirito di fondo rivelava un pervicace strabismo politico e un antiamericanismo duro a morire, la classica cifra di tanta sinistra italiana.
CONTINUITA’ perché i tre pilastri fondamentali della nostra politica estera, atlantismo, Europa politica mediterranea hanno goduto di un formidabile rilancio. Primo tra tutti per il rapporto davvero speciale con gli Stati Uniti d’America in un momento in cui hanno subìto la sfida più terribile della loro storia con gli attacchi alle Torri. Così come fondamentale è stata la sua azione nei confronti delle nazioni europee alla vigilia dell’allargamento a 27, che ha incluso tanti popoli che a lungo hanno sofferto sotto le dittature comuniste, per cui giustamente molti hanno parlato di riunificazione dell’Europa.
Infine le eccellenti relazioni con Israele e tanti paesi arabi hanno sempre premiato la nostra presenza sia in termini di scambi economici privilegiati che di cooperazione quando si è trattato di dossier delicati quali la lotta al terrorismo e il rilascio dei nostri ostaggi.
Cito sinteticamente solo i tratti più importanti della sua azione sullo scenario internazionale e vorrei anche ricordare quanto lei ebbe occasione di dire nello storico intervento di fronte al Congresso americano il 1 marzo del 2006: “La battaglia per la libertà dalla paura non è una battaglia a vantaggio soltanto dei cittadini dei Paesi che già vivono nella democrazia. E’ soprattutto una battaglia a vantaggio di quanti oggi vivono sotto regimi autoritari e illiberali. La storia ha dimostrato che l’aspirazione alla democrazia è universale e che libertà e democrazia sono positivamente contagiose. Quando i popoli sono esposti al vento della democrazia essi inevitabilmente rivendicano i propri diritti di libertà nei confronti dei loro governanti. Voi lo sapete bene perché il vostro Paese è il principale promotore di questo vento di libertà…...Solo con la democrazia infatti si può avere la libertà. E solo la libertà garantisce che gli individui possano sviluppare i propri talenti, possano mettere a frutto le loro energie, possano realizzarsi e conquistare il benessere. Non c’è quindi davanti a noi nessun’altra strada possibile se non quella di impegnarci tutti insieme, per diffondere la democrazia nel mondo.”
Due anni dopo l’agenda politica è in parte cambiata radicalmente e si profilano nuove formidabili sfide. Dalla minaccia delle armi nucleari presto in mano al regime iraniano alle continue interferenze sempre iraniana e siriana nel disgraziatissimo Libano; dalla perdurante sfida del terrorismo internazionale che colpisce indistintamente ignari civili a Tel Aviv, a Lahore, a Kabul, nelle località turistiche del Mar Rosso – solo per citarne alcune - la lista è ben più lunga; dallo sconvolgente scenario che si è aperto con i fortissimi aumenti dei cereali che mettono nuovamente a repentaglio la sopravvivenza stessa di quel miliardo di esseri umani costretti a vivere con un dollaro al giorno e che provoca rivolte in oltre trenta Paesi tra America latina, Asia ed Africa; dalla sostanziale impunità dei tanti regimi dittatoriali (sempre protetti e ben difesi dai veti nel CdS) che fanno strame di ogni dignità e utilizzano i loro sudditi come scudi umani, e anche qui la lista è incompleta: Korea del Nord, Birmania, lo Zimbabwe, il Darfur, solo per citare quelli che hanno l’onore della cronaca, di molti altri si sa ben poco.
Dobbiamo quindi chiederci COSA FARE affinché il Darfur non diventi solo una cause celebre per le stelle hollywodiane visto che il massacro delle popolazioni rurali inizia nel 2003 e che tutti gli strumenti messi in moto dalla comunità internazionale, non hanno posto ancora argine a quello che sta diventando un genocidio dimenticato.
COSA FARE affinché il folle regime militare comunista in Birmania – protetto dalle molte complicità internazionali - allenti la prese sul popolo martire, a cui viene persino impedito l’accesso agli aiuti umanitari dopo il ciclone che ha devastato il Paese qualche giorno fa provocando oltre centomila morti.
COSA FARE affinché l’assedio di Gerusalemme, di fatto cominciato con l’occupazione delle Milizie di Dio di alcuni quartieri di Beirut che può in qualsiasi momento congiungersi con le milizie di Hamas a Gaza, non abbia conseguenze più devastanti. Dobbiamo anche chiederci cosa fare di UNIFIL, oggi a guida italiana, che svolge con grande capacità e competenza il mandato di presidiare i confini con Israele.
Compito non privo di rischi ma anche limitato da regole di ingaggio volutamente ambigue, che dopo gli ultimi disastrosi atti golpisti nel Paese dei cedri, certificano l’esistenza di uno Stato nello Stato e la perfetta efficienza militare di Hezbollah.
COSA FARE nel teatro afghano dove da molto tempo la Nato chiede ai contingenti europei di assumere maggiori responsabilità operative con il conseguente abbandono delle limitazioni in corso.
Sappiamo che non è solo l’intervento militare a sostenere l’ancora fragile democrazia afghana ed il suo giovane presidente. Bisogna incrementare e accelerare quei sostegni economici e di ricostruzione che possano definitivamente fare la differenza per una popolazione ancora largamente provata da mille penurie.
E’ un’agenda molto impegnativa che necessita di interventi sia diretti che multilaterali ma soprattutto di una capacità decisionale e di risorse appropriate che certamente non mancheranno di manifestarsi.
Il G8 che si terrà a La Maddalena nel 2009 sarà un’occasione per Lei non solo di ospitare i leaders dei grandi Paesi ma anche di rappresentare un rinnovato ruolo del nostro Paese.
Un’Italia come protagonista responsabile in uno scenario internazionale complesso, un Paese che pur non essendo una grande potenza saprà dimostrare di avere una grande politica estera.

venerdì 9 maggio 2008

Berlusconi ha sempre dimostrato grande amicizia per il Libano

Credo che il nuovo governo Berlusconi che ha sempre dimostrato una grande amicizia nei confronti del Libano prenderà delle iniziative di concerto con altri paesi europei come la Francia ma anche con gli Usa per cercare di arginare una situazione politico militare di guerriglia strisciante che sta esplodendo nella capitale e nei dintorni.