venerdì 25 maggio 2007

La politica del gambero

Mentre dall’Olanda alla Francia dalla Germania alla Gran Bretagna si apprestano a rimodulare verso una maggiore severità il proprio atteggiamento ormai ritenuto troppo permissivo nei confronti dell’immigrazione l’Italia si appresta imboccare pericolosamente la via diametralmente opposta. Al primo punto l’ossessiva necessità di affossare con la massima urgenza la Bossi – Fini colpevole di essere stata varata durante il governo Berlusconi. Tutte le leggi possono essere migliorate e quella attualmente in vigore non manca di lacune che rendono inefficaci alcune buone intenzioni e di arzigogoli burocratici che anziché sveltire appesantiscono i tempi di alcuni interventi che invece necessiterebbero di snella efficienza. Ma aver scelto, come ha fatto il governo Prodi, lo stravolgimento completo della legge a noi appare più una ripicca che l’attenta opera di un legislatore oculato. Tutti i paesi con una ben più lunga esperienza che la nostra sul tema dell’accoglienza dello straniero sono alle prese con una ben amara constatazione: l’integrazione tanto auspicata si fa sempre più difficile. Troppi giovani sovente figli di genitori immigrati, e apparentemente integrati, preferiscono rifugiarsi nel far propri i peggiori esempi e stimoli della civiltà occidentale, che ahinoi pur non mancano, piuttosto che diventare paladini dei migliori come la democrazia, la tolleranza, l’uguaglianza tra i sessi, la libertà e il liberismo che probabilmente avevano spinto i loro padri e le loro madri ad abbandonare i propri paesi scegliendosi una nuova patria. Un fenomeno che finisce per alimentare anche le file di coloro che dell’integrazione se ne fanno un baffo e preferiscono coltivare con passione le proprie antiche tradizioni sovente poco più che tribali. La continua crescita del numero degli immigrati clandestini che sfuggono a qualunque controllo aggrava ulteriormente una situazione che per quanto riguarda il nostro paese da ormai pericolosi segnali d’abusi e intolleranza reciproca tre le diverso comunità. La faccenda sta deteriorandosi e dal Piemonte giunge il pessimo segnale del bus sequestrato e dirottato per rapina da tre giovani albanesi drogati che non contenti d’aver ferito passeggeri e i coraggiosi poliziotti hanno sentito la necessità di incendiare il mezzo prima di darsi alla fuga. Stupidità, approssimazione, ferocia, stupefacenti e voglia di rapidi guadagni procurano un mixer micidiale. Come fronteggiare tutto questo: innanzitutto accantonando qualunque forma di buonismo e dandosi da fare per rendere rapidamente e severamente applicabili le leggi che già ci sono non preoccupandosi se sono state pensate da Bossi e Fini piuttosto che da Turco e Napoletano. E’ urgente riportare sotto controllo una situazione che purtroppo non lo è mai stata.

Nessun commento: